I segreti del Rap Game: gli scazzi tra giornalisti alle conferenze stampa

Vi avevo già raccontato di come funzionano le conferenze stampa, oggi voglio raccontarvi un episodio che riguarda proprio noi addetti ai lavori, o giornalisti che dir si voglia.

Immaginate i famosi cavalieri della tavola rotonda, 15/20 giornalisti delle più disparate testate online e non seduti allo stesso tavolo con in mano il disco e il comunicato stampa del rapper di turno che ovviamente siede a capotavola. Non ci sono regole specifiche, ognuno di noi può interagire liberamente con l’artista, ponendo le domande che preferisce, sia in fatto di argomenti che di quantità, trattandosi di persone adulte tutto sta al buon senso e all’educazione, o almeno così dovrebbe essere. Bene, siamo lì seduti, cellulari alla mano, chi fa video, chi registra, chi prende appunti. C’è chi conosce bene il rapper oggetto della presentazione, chi non sa neanche lontanamente chi sia, chi ha già ascoltato l’ultimo disco e si è preparato le domande a casa, chi non l’ha fatto e va in freestyle e chi chiede “cosa ne pensi di Young Signorino o Pinco Pallo?” Insomma, una bella macedonia.

Al tavolo c’è anche chi sta zitto tutto il tempo, prende le domande fatte dagli altri e scrive sul proprio sito una bella intervista. Ma c’è anche chi sta zitto perché dopo avrà un’intervista singola e per rispetto verso i colleghi lascia loro spazio.

C’è poi chi, nel silenzio generale, e sì ci sono spesso e volentieri momenti in cui nessuno dice niente, pone due o tre domande di fila. Non essendoci un turno o regole è del tutto legittimo. O forse no. Durante la conferenza stampa tenutasi in occasione dell’uscita di Ossigeno di Rkomi, una collega, approfittando giustamente del momento di silenzio generale, ha posto ben tre domande all’artista, che c’è di male direte voi…Niente. Niente per noi, ma non per un’altra giornalista, che ha interrotto la risposta di Rkomi con un altisonante e minaccioso “Ma è un’intervista singola o una conferenza stampa? Tutti dobbiamo parlare!” Momento di silenzio misto a imbarazzo generale, non vi dico la faccia di Rkomi… accompagnato solo dal gesto di approvazione della collega seduta di fianco a lei. Insomma, più che a una conferenza stampa sembrava di essere a un’assemblea studentesca.

Giustamente la persona che ha posto le tre domande ha risposto “visto che eravate tutti zitti ne ho approfittato per fare qualche domanda“, più che logico e comprensibile visto che poi le domande le usiamo tutti nei nostri articoli e le spacciamo pure per nostre. Ma è bastato poco per farci riconoscere per quello che siamo: dei dissatori  permalosi e prime donne peggiori dei rapper.

 

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