Chi deve educare al rap? I rapper o gli addetti ai lavori?

Oggi, durante la conferenza stampa per la presentazione del nuovo disco di Ernia, 68, un collega gli ha suggerito di seguire l’esempio di Eminem che durante il concerto milanese ha indossato un t-shirt dei Run DMC, sostenendo che fosse compito del rapper educare il pubblico alla storia di questo genere musicale.

Ernia ha giustamente risposto che quello non é compito loro, ma nostro, di scrive, di chi fa informazione, delle tv, delle radio, non degli artisti, in quanto il loro lavoro è quello di fare musica. Niente di più vero e corretto. Ma se un collega, il cui lavoro si presume essere quello di informare, crede che informare spetti ai rapper cosa facciamo noi? Troppo comodo giocare allo scarica barili e passare la patata bollente agli altri. Il rap in Italia é esploso negli ultimi anni, oggi è ai vertici delle classifiche, oggi lo vediamo in tv, sui giornali, lo passano in quasi tutte le radio, ma non é nato oggi. Esiste uno storico, un background, influenze musicali che sentiamo ancora oggi in parecchi dischi, di cui i più agé si accorgono, mentre i più giovani non notano neanche, é colpa loro se non sanno, o é colpa nostra che non informiamo?

Comodo dire e ma intanto non interessa, ascoltano solo Sfera Ebbasta, quello di oggi non é rap, non ci sono contenuti.. Rapper’s Delight della Sugarhill Gang del 1979, oltre ad essere considerato il primo pezzo rap della storia, aveva zero contenuti, era stato concepito per ballare, quindi di cosa parliamo? Il conscious é arrivato dopo, in Italia é stato ancora più amplificato perché il rap é nato dai centri sociali, ma fior fiore di pezzi rap della storia dicono tre parole in croce e non denunciano niente. Ma noi stiamo tutti lì a cercare il messaggio, il contenuto, a puntare il dito contro Sfera Ebbasta & Co. Sfera, che piaccia o meno, ha allargato il pubblico del rap, é riuscito dove la Dogo Gang, Fibra, Noyz, Mondo Marcio e via dicendo non erano riusciti. Ha fatto sì che, oltre a creare centinaia di copie che dureranno giusto il tempo del trand, anche artisti come Ernia che non fanno trap potessero avere un perché e una chance.

Non possiamo pretendere che i rapper facciano il nostro lavoro e non possiamo stupirci, partendo da questi presupposti, se poi ci viene detto che siamo inutili e che non sappiamo fare il nostro lavoro, e certo basta fare il compito a casa, scrivere due elogi sull’artista di turno, pubblicare una news presa da un altro e il gioco é fatto, siamo a posto con la coscienza, tanto mica tocca a noi informare, lo farà sicuramente qualcun’altro.

 

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