Cos’è successo

Sono stati due giorni piuttosto complessi e pesanti dal punto di vista emotivo, personale e lavorativo. Mi limito, per correttezza verso chi mi segue e ha rispetto del mio lavoro, a esporre i fatti, senza esprimere opinioni o giudizi in merito, che verranno espressi nelle sedi appropriate che prenderanno in esame tutte le Instagram stories e i messaggi ricevuti a conseguenza di esse.

Il tutto é iniziato mesi fa, quando non ero ancora Rebel Mag ed é spiegato nel dettaglio in questo articolo di Rockit https://www.rockit.it/news/nerone-post-facebook-contro-hano-sessismo

In seguito, in una recente canzone, mi é stato detto che vado ai suoi concerti con il pass da giornalista, cosa assolutamente non vera. Non sono mai andata a un suo concerto, come non sono mai andata a un concerto di Tiziano Ferro e di tanti altri, perché pur riconoscendone la bravura artistica, non rientra nei miei gusti personali e le mie serate, trattandosi del mio tempo libero, ho il diritto di trascorrerle come meglio credo. L’ho semplicemente visto esibirsi sul palco di altri suoi colleghi e in un’occasione ho espresso la mia opinione in modo pacato ed educato. Non sono né il Corriere Della Sera, né il Tg5, né tanto meno Rolling Stone Italia, non ho una potenza mediatica così imponente da distruggere la carriera di un artista esprimendo un’opinione, e anche se fosse, esiste il diritto di espressione in Italia.

Tornando ai fatti recenti, in questo articolo https://www.rebelmag.it/2018/08/26/scendete-da-quei-piedistalli/ ho fatto il suo nome riferendomi a quanto in precedenza riportato da Rockit. Questo ha causato una cascata di insulti pesanti rivolti alla mia persona e al mio lavoro, sia da parte sua che dei suoi fan che in centinaia mi hanno scritto dandomi della puttana, della troia, augurandomi la morte, il cancro e chi più ne ha più ne metta.

Ma non é tutto, é stato anche tirato in mezzo il brand per cui collaboro, Dolly Noire, al quale é stato detto pubblicamente, via Instagram stories, di vergognarsi per far collaborare con loro una persona come me. Il rapper ha poi chiamato il brand manager, il quale la sera stessa ha preso le distanze da me interrompendo la nostra collaborazione, perché loro, collaborando con i rapper, non possono associare il mio nome a quello del loro brand, senza contare il fatto che il Magazine di Dolly Noire é nato da una mia idea proposta a loro esattamente un anno fa. Quindi, oltre ad aver ricevuto i peggiori insulti rivolti alla mia persona, ed aver messo in mezzo anche la mia famiglia, mio padre, il mio titolo di studio, cose tra l’altro strettamente personali delle quali ovviamente né lui, né nessun altro può essere a conoscenza, ho subito un ulteriore danno a livello lavorativo, con conseguente perdita di un guadagno mensile.

Come ho già detto all’inizio di questo articoletto e nelle mie Instagram stories, il tutto passerà nelle mani di persone competenti in materia che prenderanno i dovuti provvedimenti in merito a questa spiacevole vicenda. Questa é la libertà di espressione in Italia.

R.E.B.E.L.

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