Cosa ci aspettiamo da un disco di un ragazzo di 20 anni?

É questa la domanda. É facile criticare tanto per, dire che il rap sia morto, chs questa nuova scena sia priva di contenuti, che contano più i suoni del testo, che parlano solo di droga, ma é musica fatta da ragazzi di 20 anni. Quando ascoltiamo il disco di una delle nuove leve, al di là del gusto personale, dovremmo fermarci a pensare anche all’età dell’artista, al suo modo di esprimersi, alle persone a cui si rivolge. É ovvio che a quell’età non puoi parlare di concetti metafisici, che pensi a divertirti e che vedi la musica come uno sfogo, un divertimento. Mettiamoci dalla parte di un ascoltatore di 20 anni, vorrebbe sentirsi raccontare i drammi interiori di un artista oppure qualcuno che lo faccia ridere, ballare, cantare e svagare. É questo il punto e lo ha espresso bene Drefgold durante la conferenza stampa per la presentazione di Kanaglia, il suo primo album ufficiale.

SOUNDRACK: Kanaglia, Drefgold

Come descriveresti la vostra wave?

“La nostra wave è quella di fare musica con una sonorità che possa arrivare a tante persone, ma che deve comunque rimanere fedele a una serie di immagini legate a noi. Se ascolti Tesla, il testo, capisci che è roba nostra. La nostra wave è questa, fare musica con una grossa viralità… Prima la musica italiana era tutta fatta da canzoni d’amore, noi vogliamo fare roba virale portando uno stile inedito, parlare della ragazza, ma in maniera diversa. È una roba del genere nostro. Tante immagini, più che contenuti”.

Tesla con Sfera Ebbasta e Capo Plaza e Sciroppo, sempre con Sfera, sono state tra le più grandi hit di quest’anno, hanno fatto aumentare le aspettative per il tuo album.

“Sì super. La storia di Sciroppo è questa, quando conobbi Sfera mi disse “fammi sentire qualcosa di tuo” e quando abbiamo messo su Sciroppo, lui è impazzito. Doveva essere nel disco Kanaglia, ma Charlies Charles e Sfera mi hanno proposto di metterlo nel loro disco e io naturalmente ero preso molto bene, così ho accettato. In maniera simile è nata anche Tesla, abbiamo fatto tutto spontaneamente, io neanche mi sono accorto della forza di questi pezzi”.

Il suono di Kanaglia segue un po’ quello di Rockstar?

“Secondo me in questo periodo, nella trap mondiale, in questa wave, ci sono dei suoni simili, suoni acquosi, subacquei. Però nel disco c’è un pezzo con Sfera molto diverso, anche dalle cose che fa in Rockstar, Wave ha un beat che suona tipo 2015. Mi ricordo che c’era Dave in studio con il beat più semplice che potesse fare e niente, a una certa Sfera stava già cantando su quella produzione. Mi piace di brutto, non c’è l’autotune, rap così, bello. Una hit per essere una hit non deve avere dei canoni”.

Spesso quando pensiamo a questi artisti, a questi ragazzi, li vediamo completamente disconnessi dal rap, dalla storia di questo genere musicale, complice anche il fatto che molti, italiani e non, hanno voluto prendere le distanze dal passato, eppure Drefgold é cresciuto ascoltando rap e fa rap dall’età di 12 anni, essendo cresciuto a Bologna, era un passo un po’ obbligato. “Venendo da Bologna – racconta Drefgold – dove tutto quello che era il rap era metrica e incastri, ho fatto anche io così, ma poi, andando avanti, ho capito che quando vai a fare qualcosa di semplice e originale, vinci. Da dove vengo io andava l’extrabeat e vari tecnicismi, alla fine però la semplicità vince, le parole sono semplici. Prima di fare le mie cose, però, ho dovuto fare un bel passo indietro. A Bologna era forte la roba del rap classico, quindi quando rappavo sulle basi di Lil Wayne, per esempio, la gente storceva il naso, soprattutto su Facebook che è la patria del commento facile e dell’insulto. A Bologna il rap italiano nasce dal rap italiano, dovevo fare quella scuola perché in quel territorio dovevi fare come loro“.

Quindi non é completamente distaccato dal passato, non é un improvvisato che un giorno grazie a Sfera Ebbasta é diventato famoso, ma nell’immaginario dei vecchi del rap, di quelli che molto probabilmente non ce l’hanno fatta e vivono di invidia, questi ragazzi hanno rovinato il rap e sono dei drogati che si vestono male. Ma Drefgold non é un drogato e ha spiegato il significato del loro sciroppo “Non fate come me, non fate come noi. Io spero che chi ascolta abbia un po’ di senno, io non mi drogo, non assumo psicofarmaci e mai lo farò. Lo sciroppo fa parte della nostra immagine, in Europa rimane più a un livello di immagine. Non c’è paragone con l’America, qui non ci sono casi di persone che sono state male. In più lo vendono in Svizzera, in farmacia, lì é legale, ma un ragazzo di 15 anni non va in Svizzera a comprare lo sciroppo. E poi dipende sempre tutto dalla responsabilità e quantità, se mangio un kg di marshmallow, sicuramente starò male“.

A proposito di Marshmallow, come ti é venuta l’idea della copertina di Kanaglia?

“La scelta è arrivata in maniera semplice, vevo una copertina in testa che non aveva niente a che fare con questa. Durante lo shooting avevamo fame e qualcuno doveva prendere del cibo, Dave ha proposto allora di fare una foto con le caramelle, ma quelle che avevamo non andavano bene, allora siamo usciti di nuovo e abbiamo comprato i marshmallow. Abbiamo fatto qualche foto e fino a 3 giorni prima della scelta definitiva della copertina, eravamo ancora in forse, poi abbiamo deciso di cambiare quella iniziale e usare questa”.

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Ma c’è una cosa che ancora in molti si chiedono, perché essere il primo artista dell’etichetta di Sfera Ebbasta e Charlie Charles é un’arma a doppio taglio, puoi anche essere visto come un raccomandato, tu come vivi il fatto di essere il loro primo artista?

“Mi rende orgoglioso, perché poteva essere chiunque altro e invece sono io. Allo stesso tempo so che è una cosa dei tempi, Sfera e Drefgold é un business, non é che trovato me, la cosa è finita, penso che sia nella loro testa di allargare il roster di BHMG”.

Quando ci troviamo davanti a un artista di 20 anni, pensiamo che é un ragazzo di 20 anni, ricordiamoci di come eravamo noi a 20 anni, di cosa ci piaceva, di cosa ci divertiva, quali erano i nostri pensieri, perché a quell’età eravamo tutti proiettati al divertimento spensierato, non eravamo dei mezzi Einstein chiusi in casa a cercare il significato più recondito del perché la terra giri intorno al sole, e la musica era il nostro svago e divertimento. Questo é l’approccio alla musica di questi ragazzi e di Drefgold, e in questo mood bisognerebbe ascoltare la sua musica, ha tutta la vita davanti per crescere e cambiare il suo approccio alla musica. Oggi é un ragazzo di 20 anni che vive di musica e che fa musica da ragazzo di 20 anni.

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