Mercificazione post mortem

Il pubblico è malato, avvelenato, arsenico. Ti filma mentre muori sopra al palcoscenico

Cantava Fabri Fibra in Vita da Star e mai come oggi questa affermazione trova la sua massima espressione. É morto XXX Tentacion e già sulla scena del delitto mentre lui era inerme sul sedile della macchina, c’era chi, telefono alla mano, riprendeva la scena per poi pubblicarla sui social. Una vita da social network dipendenti dove é più importante filmare in qualsiasi situazione di qualsiasi altra cosa. Più importante per il rispetto dovuto a una persona che, anche se famosa, é appena stata ferita a morte. In questo caso vale il detto tutto il mondo é paese. In Italia formiamo lunghe code per assistere agli incidenti, per guardare. Quando succede qualcosa c’è sempre qualcuno che riprende l’accaduto: ossessione e curiosità morbosa per il macabro, per il dolore altrui che accumuna l’essere umano indipendentemente dalla nazionalità.

XXX Tentacion é morto, ma i commenti sui social, i meme, le speculazioni di ogni genere non si sono trattenute. Tutti pronti a mangiare nel piatto di un ragazzo ucciso a 20 anni per fare due views e ricevere due like in più. Chi parla del suo stile di vita, chi trova nella morte di un ragazzo una lezione, chi dice se lo merita visti gli episodi di violenza atroce di cui era stato accusato, non c’è pace neanche dopo la morte. Tutti giudici supremi, i Barbara D’Urso del web. Ma non ci vergognamo?

Diventerà un santo della musica rap, un eroe, un mito, non tanto per il suo alto valore artistico, quanto per essere morto. Stessa sorte che é toccata a Tupac, a Biggie, a Primo per restare in Italia. Da quando è morto, Primo é diventato un mito del rap italiano, quando era in vita se lo cagavano in quattro. Il disco El Micro de Oro con Tormento all’epoca é stato un mezzo flop, ma é bastata la sua morte per trasformarlo in una pietra miliare.

XXX Tentacion é morto e in 24 ore i follower del suo profilo Instagram sono aumentati di più di 3mila seguaci, ma che problemi abbiamo? Non lo seguivi in vita, magari non conoscevi neanche un suo pezzo, muore e metti segui? Questo è, nient’altro. Solo per dire lo seguo, ma segui chi? Un morto? Mercificazione della morte, curiosità, ossessione che portano l’essere umano a seguire una persona su un social network solo dopo la sua morte.

 

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