Se lo dice Lazza…

Rap is something you do, hip hop is something you live.

Si può essere hip hop anche facendo altro. Come scrivere, con onestà. Ed é proprio questa onestà che manca perché ultimamente siamo in preda alla follia dell’hating selvaggio.

Pagina social che vai, hater e inutili commentatori folli che trovi. Mi stupisco sempre di certi commenti, che non sono altro che haterate no sense, giusto per avere il like dall’amico più coglione di quello che ha scritto il commento. Ma d’altronde il magico e infinito mondo del web dà la possibilità a ognuno di noi di esprimere la propria opinione e si sa che quando si parla di rap siamo tutti esperti e professionisti del settore, esattamente come quando l’Italia gioca ai mondiali di calcio e magicamente ci trasformiamo tutti in super allenatori (chissà se quest’anno ci trasformeremo in allenatori di un’altra squadra..).

C’è una sottile differenza tra esprimere la propria opinione o critica e l’insultare per avere un secondo di finta popolarità sui social e per sentirsi fighi. Ho sempre saputo che nel momento in cui metti la faccia e dai un’opinione sei passibile di qualsiasi tipo di critica, ma ben vengano le critiche e le discussioni al posto dei fai schifo, sei un cesso, hai la pancia e via dicendoCommenti e insulti assolutamente inutili che a me hanno sempre dato la conferma della stupidità dell’italiano medio che utilizza i social e che dietro a uno schermo con una tastiera in mano si sente Dio. Questo tipo di atteggiamento colpisce tutti dai più ai meno popolari, cantanti, rapper e vip compresi perché l’hater coglione é sempre in agguato. 

Oggi, i fan si accaniscono in modo brutale contro chiunque dica una parola di troppo sui propri miti, gli artisti insultano i fan, il pubblico, i giornalisti, si creano interi teatrini sui social contro uno e contro l’altro. La gente non ha un’idea propria, cavalca l’onda del momento, segue la massa, senza fermarsi a informarsi e riflettere. E lo stesso vale per gli artisti che sono stati letteralmente messi su un piedistallo dai management, dalla stampa, dagli addetti ai lavori, dal pubblico, tanto che è impossibile muovere loro una critica educata senza essere insultati malamente e presi di mira.

Si creano delle shitstorm infinite sui social dove una persona, che sia un artista, un personaggio pubblico, un fan o un addetto ai lavori viene letteralmente travolto. E finchè vengono colpite persone adulte e consapevoli, va bene, ma non va assolutamente bene quando ad essere colpiti sono ragazzi giovani, che magari, per inesperienza, non sanno gestire un tale vortice.

Artisti, fan, giornalisti, personaggi noti, siamo tutti sullo stesso livello, siamo tutti esseri umani e meritiamo tutti lo stesso grado di rispetto. Haterare un artista, una pagina, una persona solo per avere la sua attenzione é diventata una costante dell’utilizzo dei social network. Dobbiamo per forza dire la nostra sul rap, se no non siamo nessuno. Dobbiamo insultare un artista per avere una sua risposta e per poi fare i fighi con gli amici e dire “guarda mi ha risposto“. Purtroppo questo modus operandi colpisce tutti.

I peggio haters, però, non sono gli haters. Sono i vecchi del Rap. Quelli che qualunque cosa scrivi, ti dicono no. Che tu non puoi parlare perché non sai rappare, non sai scratchare, non sai breakare, non sai dipingere, come se per mangiare dovessimo essere tutti Cracco.

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