Gué Pequeno “mia mamma é una delle persone più buone del mondo”

Leggendo ‘Guerriero storie di sofisticata ignoranza’, mi sono resa conto di quanto il background di Gué si simile al mio. Sono cresciuta ascoltando i Dogo ed essendo di Milano sapevo, perché lo avevo visto con i miei occhi, quanto fossero veritieri i loro racconti. Ho solo un anno in meno di lui, facevo parte di quei sancarlini che nomina spesso nel libro, riconosco i posti citati, le descrizioni, mi sembra di tornare nel 1996. É tutto così reale, nudo, crudo, come le rime che da sempre lo contraddistinguono. Oggi é la festa della mamma, ‘Il sole e la luna’ resta uno dei miei pezzi preferiti dei Dogo,

Menti, che ho i tuoi lineamenti, tu sei molto più bella anche negli sbattimenti
Da piccolo piangevo, mi chiamavano lo “Sguércio”
Tu dicevi che: “Era meglio essere unico e diverso”

Arrivo al capitolo SOLDI#1 dove Gué parla dei genitori.

Quando ha capito che non avrei mai finito l’università, mia madre restó molto delusa. Sperava che mi laureassi in Filosofia, visto che lei aveva mollato prima della laurea per fare la giornalista. Io avevo dato un po’ di esami, ma poi davanti a Essere e Tempo di Heidegger ho gettato la spugna. E le ho spezzato il cuore. Mia mamma é una delle persone più buone del mondo e la mia stima per le é eterna e incommensurabile e non lo dico perché è mia madre! Chissà cosa pensava di me in quegli anni, quando mi vedeva in certe situazioni… e a ripensarci adesso non posso darle torto. [..]

In compenso, quando mio padre negli ultimi tempu tra le malattie e tutto il resto ha avuto un bel po’ di problemi, poterlo aiutare almeno pagando le sue cure é stata quasi l’unica cosa che potessi fare per lui e quasi l’unica cosa davvero bella che potessi fare in generale nella vita. Anche i miei amici erano molto legati a mio padre. Quando era ricoverato, con Emi abbiamo fatto varie volte Milano-Toscana a 250 all’ora per andare da lui, fondendo diverse auto tra cui una Mini e una Abarth. Emi é venuto a trovarlo fino all’ultimo e mio padre non vedeva l’ora di trovarselo lì perché lo faceva morire dal ridere; anche Enzone e Marra sono venuti a casa con me fin da quando ero ragazzino, fanno parte della mia famiglia.

In un poster con tutte le foto degli autori Feltrinelli dell’epoca, mio padre é raffigurati con le dimensioni di un francobollo. In una sua nota ho trovato qualcosa del genere: chissà cosa dirà mio figlio vedendomi così piccolo!

Vorrei dirgli che anche io nel muro di artisti Universal sono piccolo e che é grazie all’aura che emanava da lui se sono riuscito a combinare qualcosa nella vita, quindi per me é il più grande di tutti“.

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