La commozione di Nitro

Anche il gigante buono del rap si é commosso dopo la sua esibizione al concerto del primo maggio. Un bel traguardo per il rapper vicentino che ha contribuito a portare il rap in Piazza a Roma in una di quelle manifestazioni che il rap non lo vuole. Nonostante il titolo del suo ultimo disco sia ‘No Comment’, Nitro intervistato dalla SIAE si è lasciato andare:

Ero molto emozionato, mi è un po’ dispiaciuto, ma è normale. C’è un’intensità molto forte, per un tempo molto ridotto. E’ una cosa intensa, ora che me lo chiedi sto pensando a tutti gli anni passati a stare malissimo, a credere in una cosa in cui non credeva nessuno. Sono contento, è come vedere una bella fotografia che non sbiadisce mai, rimarrà sempre fisso nella mia testa questo attimo. Purtroppo io non sono mai soddisfatto, non c’è mai una fine, c’è sempre un nuovo inizio. Ho tre dischi all’attivo, ma ho appena iniziato a giocare. Il primo disco l’ho fatto a 18 anni, ero un bambino“.

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Mentre sullo stato di salute del rap italiano non ha lasciato spazio a dubbio alcuno: “se parliamo di produttività e di quanto sia eterogenea la scena è uno dei momenti migliori, ma c’è una bolla molto grande che si sta formando e prima o poi scoppierà, non solo nel rap, nella musica, nel mondo. Questa cosa dei social sta sfuggendo di mano: se io domani prendo un ragazzino carino, gli scrivo una canzone, gli compro un milione di views, vai tranquillo che domani ne parlano tutte le testate. Non va bene così. La strada giusta è  fare musica bella senza rompere il cazzo agli altri“.

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