Atipici di Rula é pronto ad ospitare Noyz Narcos ed Egreen

Mercoledì 9 maggio dalle 15:00 presso  Atipici, lo storico negozio di Via Pietro Micca a Torino, ci sarà la presentazione della nuova collezione Propaganda e del nuovo spazio dedicato a cd e vinili di Hip Hop e Rap al piano inferiore di Atipici con Noyz Narcos e Egreen in versione dj che presenterà il suo nuovo disco ‘Entropia 3’.

Per chi non conoscesse Atipici, é un negozio nato da un’idea di Rula membro dello storico gruppo rap ATPC. Quella di Rula è una storia un po’ atipica, per usare un gioco di parole, nata a Torino nei primi anni ’90, quando insieme a Sly ha fondato lo storico gruppo hip hop ATPC (Alta Tensione Produzioni Clandestine). Nel corso degli anni, dopo aver pubblicato diversi album e mixtape e aver collaborato con alcuni dei nomi più importanti del panorama rap italiano, come Bassi Maestro, Tormento e Ensi, Rula ha sempre portato avanti la sua passione per la cultura hip hop a 360°, fatta di rap, graffiti, djing e streetwear. Da questo amore è nato ormai 15 anni fa Atipici, lo storico store multibrand di Torino dedicato al mondo street. Rula è un veterano dell’hip hop, ha vissuto tutte le sue fasi nel nostro Paese, lo ha visto nascere, crescere, mutare, evolversi, trasformarsi da genere di nicchia e sottocultura nel fenomeno mainstream che è adesso. E tutto questo l’ha vissuto dall’interno, da rapper impegnato nel portare avanti questa musica. Oggi che il fortunato connubio moda/rap è più che inflazionato, possiamo vedere in Rula un antesignano, una persona che ha visto in tempi assolutamente non sospetti come i due mondi fossero strettamente collegati l’uno all’altro.

Com’è nato Atipici?

“Il negozio è nato nel 2003 da una mia idea e soprattutto da un’esperienza che ho avuto e che ho ancora con ATPC, da cui prende il nome e il concept. Noi siamo uno tra i primi gruppi hip hop in Italia, dal 1990, sempre con la stessa passione e sempre coerenti dall’anno zero ed è stato per noi quasi naturale aprire un negozio che parlasse di questa musica, cultura e di conseguenza dell’abbigliamento ad essa legato. Atipici è un negozio che ha in sé della poesia, non è improvvisato solo perché funziona questo tipo di vestiario, ma ha delle fondamenta molto profonde e radicate perché nasce da una passione che solo in seguito è diventata una professione”.

Come hai vissuto il cambiamento dello stile dell’abbigliamento legato al rap in questi anni?

“Io, essendo nato in un momento storico molto diverso dell’hip hop, ho vissuto un po’ tutti i passaggi che ha avuto e naturalmente l’abbigliamento subisce delle mutazioni e variazioni in base al tutto il resto, io ne prendo atto anche se sono ancora legato ai marchi e allo stile che ho vissuto attivamente quando ero ragazzo. Ovviamente quando si ha un negozio e un’attività bisogna essere al passo con i tempi e noi facciamo tantissima ricerca al riguardo e cerchiamo di essere sempre aggiornati sia sullo stile che sui brand che proponiamo. Diciamo che anche per quanto riguarda la musica resto legato a un periodo preciso, ma i tempi cambiano e bisogna adeguarsi, se no si resta fuori tempo e fuori posto.”

C’è un capo o un accessorio che non hai mai visto tramontare?

“Il cappellino è sempre stato un capo che, pur subendo dei cambiamenti altalenanti, non è mai svanito perché è l’essenza di questo stile. Può cambiare la forma o la vestibilità ma resta un accessorio fondamentale che fa parte della cultura hip hop e del mio imprinting”.

A Torino come viene vista la realtà street legata all’hip hop?

“Io penso che, tranne alcuni negozi monomarca e alcune realtà radicate, ci siano tantissimi negozi che sfruttano un po’ la moda del momento, ormai so riconoscere quando una cosa profuma di vero e quando invece è tirata su per fare del cash. A Torino ci sono diverse iniziative volte a promuovere la sottocultura dell’hip hop e dello street e io ne sono assolutamente a favore anche se penso che non tutti siano adatti a farlo”.

Secondo te perché i più forti freestyler sono torinesi?

“Perché a Torino abbiamo sempre avuto una tradizione e un’educazione sull’hip hop e sul rap e poi noi, essendo più proletari e operai come ceto sociale, abbiamo sempre tirato fuori gli artisti e i talenti, ma non abbiamo mai avuto troppi addetti ai lavori che li sviluppassero. Torino è da vedere come una fucina di talenti che per fare il salto di qualità devono emigrare a Milano, ogni città ha la sua peculiarità e la mia forma mc con basi molto forti”.

 

 

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1 Commento

  • GLM Blind in Love
    4 Maggio 2018

    Caz,se son ? a Torino, passo di sicuro,cmq cm minimo lo dico a tutti i miei frendz con più tempo a disposizione. Saluti

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