I segreti del Rap Game: i magazine online Pt. 2

Ritorniamo a parlare dei magazine online di settore. Sul fatto che manchi una critica e un’informazione corretta mi sono espressa più volte. C’è chi come Hano ha provato a separare il rap dalla trap, ma vedendo che la seconda va per la maggiore ha deciso di adeguarsi, lasciar perdere le opinioni di qualsiasi tipo, cavalcare l’onda limitandosi ai copia incolla dei comuncati stampa e alle news sterili. C’è anche chi come la Casa del Rap ha dichiarato durante la recente conferenza stampa tenutasi per l’uscita di ‘Bipopular’ di Mike Highsnob che volutamente non si schierano perché essendo una testata online hanno bisogno di click. Ecco, è questo il problema. Non sono i ragazzini che ascoltano la musica che privilegiano un artista piuttosto di un altro, che idolatrano l’immagine al posto dei contenuti, che haterano e chi scrive qualcosa fuori dal coro il problema. Ma neanche gli artisti 20enni che fanno giustamente musica da ragazzi della loro età con contenuti assolutamente adatti alla loro vita da 20enni sono il problema. Il problema é chi dovrebbe fare informazione e non la fa. Il problema é chi spaccia la merda per cioccolato. Il problema è chi dovrebbe educare i ragazzi alla musica e non lo fa per i click e per paura di perdere i privilegi acquisiti. Il problema, come ha spiegato anche Highsnob nel dissing a Sto Magazine, é quel tipo di realtà nata da un artista, che finge di essere imparziale ma che non lo é.

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Il problema è che c’è una sorta di mafia latente, passatemi il termine, secondo la quale se critichi o parli male di determinati artisti e progetti, vieni automaticamente escluso dalle loro mailing list. Il che significa: addio inviti a conferenze stampa, addio interviste a quel determinato artista, addio accrediti ai concerti. Tutti privilegi di cui godono gli addetti ai lavori del settore e che nessuno ovviamente vuole perdere. Se a questo si aggiungono anche le reazioni di alcuni artisti che se si vedono muovere una qualunque critica, partono con lunghi post sui social in cui offendono il malcapitato webzine, allora è chiaro a tutti che la strada più semplice e conveniente sia quella di copiare e incollare i comunicati stampa e scrivere che sono tutti belli, buoni e bravi. Poco importa se questo causa di fatto una mancanza di informazione corretta, l’importante è restare in pista e non perdere i propri privilegi.

È solo e soltanto questo il trucco. L’importante è non fare informazione, dire che sì il pezzo di Capo Plaza é simile a quello di Travis Scott ma è comunque figo. Lasciando stare il povero Hano che ormai é stato messo in un angolo al punto che gli sono stati rifiutati anche gli accrediti per il concerto di Gué e per l’evento degli Indomabili e che gli artisti che oggi intervisto ammettono di aver rifiutato l’intervista quando scrivevo per Hano, su Sto Magazine ci sarebbe da scrivere un libro. Una realtà nata da un artista, per quanto finga di essere imparziale, non lo é e non potrà mai esserlo. Deve sempre e comunque far spiccare l’artista da cui viene pagata a discapito degli altri e sotto nasconde giochetti tra major e etichette incredibili. Questa è la realtà del rap game. É la mafia latente che muove le fila. Non sei libero di schierarti, di fare critica e informazione e te ne freghi di farla per i click quindi continui a scrivere che la merda é buona, a spingere artisti a discapito di altri per i click e vieni deriso pure da loro. Gli artisti mancano di rispetto nei confronti dei magazine di settore e hanno ragione.

La maggior parte dei magazine online sono portati avanti da persone che non sono in grado di fare quello che fanno. Molti campano sul nome che credono di essersi costruiti nel corso degli anni, senza tenere in considerazione il fatto che sono per lo più derisi e schifati dall’intera scena o quasi. Chi si basa solo sulle visualizzazioni per credersi un big commette un grave errore: copiare e incollare comunicati stampa, mettere sul sito i testi delle canzoni, scrivere articoletti da tre righe senza contenuto, senza dare un’opinione o un valore aggiunto, non è seguito per stima ma per clickbait. Con un così basso profilo non c’è da sorprendersi che anche gli artisti, una volta capito il giochetto ed essere entrati in contatto con giornalisti veri e realtà editoriali vere, li schifino.

Non c’è un solo capo di un magazine online di settore che sia diventato riconosciuto dal pubblico e rispettato dalla scena. Dov’è allora l’errore? Nella disonestà, nel non sapersi evolvere, nel non saper dare un contenuto al pubblico che vada al di là di un copia incolla o di una news.  Al pubblico interessa conoscere l’opinione di chi ha scritto un articolo, interessa essere informato e leggere è uscito il video di prodotto da non è fare informazione perchè è una notizia che apprende già dai social e da YouTube. Lo stesso vale per gli artisti, non gli interessa che il magazine tal dei tali scriva è uscito il video di prodotto daDare opinioni e fare informazione è un’altra cosa, per questo tali magazine vengono spesso snobbati dagli artisti. E’ solo e soltanto una questione di contenuti, informazione e credibilità, se mancano questi fattori, puoi avere tutte le visualizzazioni che vuoi, ma non conti niente, la tua voce è nulla. Puoi continuare a illuderti di avere un nome, ma quel nome, nel momento in cui la gente scopre il trucco, cade.

 

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