Crookers Mixtape ne avevamo bisogno?

Se il mixtape precedente ha fatto la storia, questo, a causa dell’andazzo che sta prendendo il rap in Italia e di conseguenza gli ascoltatori di rap, rischia di passare inosservato eppure è la cosa più rap del 2018. E’ autocelebrativo, egocentrico, ignorante e se vogliamo pure maleducato. Ma l’hip hop è maleducato come l’ospite che arriva alla tua festa e imbuca due amici. Questo modo di fare musica, oggi funziona meno, quindi sì ce n’era bisogno perchè è un passo coraggioso. A iniziare dal numero delle tracce 31, se pensiamo che la maggior parte dei dischi oggi hanno di media 13 pezzi, vedere un mixtape con 31 è sicuramente una mossa coraggiosa e sfrontata da parte di Crookers, che dimostra di fregarsene di come vanno le cose oggi e decide di mettere nel suo mixtape tutte le tracce che vuole.

Phra, che ancora usa il nome Crookers anche se di Crookers è rimasto solo lui, ci ha sempre raccontato storie interessanti, trovando nel tempo un modo tutto suo, molto particolare e inconfondibile di far suonare quelle cose che ci racconta. E nel fare questo prende i suoni contemporanei e li adatta a se stesso, al suo stile mixandoli con le sonorità tipiche dell’hip hop anni ’90 rendendo il tutto assolutamente attuale e innovativo, quasi futuristico. Crookers nel suo mixtape dà all’hip hop stesso una nuova identità, lo riporta ad essere curioso come non lo era da tempo, non fa come tutti gli altri che si adagiano sui suoni del momento cercando di riproporli meticolosamente, nè come quelli ’90s addicted che riportano suoni ormai obsoleti, lui prende l’uno e l’altro e li filtra con altri generi musicali. Il lavoro di mixaggio è assolutamente inaspettato e imprevedibile, alcune tracce sono scarne, altre piene, alcune cupe, altre ancora estremamente euforiche e, ascoltandolo, non riesci mai a prevedere cosa succederà in quella determinata traccia, nè tanto meno in quella dopo.

Più che un mixtape, ‘Quello dopo quello prima’ suona come un esercizio di stile di Phra che pare divertirsi a sperimentare, a spingere il piede sull’acceleratore, a farci vedere fin dove può arrivare, a mostrarci tutte le sfaccettature del rap. C’è la presa in giro a chi parla di droga come uno slogan, ai flow rallentati, alla trap senza rime e incastri, c’è l’autocelebrazione tipica del rap, l’egocentrismo e l’ironia, tantissima ironia accompagnata da tantissima maleducazione, perchè il rap deve essere anche maleducato e ignorante. 70 minuti che in pochi capiranno e apprezzeranno ma che riportano l’hip hop italiano a un livello superiore.

C’è Guè Pequeno che dopo ‘Nouveau riche’ torna sulla base di Crookers, c’è Bassi Maestro che ci fa vedere come si fa il rap, ci sono pezzi da 90 del rap italiano come Ensi, Jack The Smoker, c’è il nuovo con Samuel Heron, Ernia e Laioung, c’è il ritorno di Attila e poi c’è Egreen che per quanto mi riguarda ha regalato la traccia migliore del Mixtape. In Crookers Mixtape: quello dopo quello prima c’è tutto, non manca nulla, c’è l’essenza dell’hip hop, quindi sì ce n’era bisogna, c’era bisogno che qualcuno ci facesse sentire come suoan il rap italiano.

 

1 Commento

  • GLM DLYNR
    13 Aprile 2018

    Un vero mixtape da producers,
    Veri sperimentatori che si confrontano con l’estero,Phra guarda a Diplo,dj Snake e sptt il divertimento che scaturisce dal Mixare tutti questi “elementi”.Persone x Suoni.che figata la musica e i mezzi moderni..un grazie a chi sa creare nuovi synth mi vien anche da dire.ciaü!

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