R.E.B.E.L.S. – Le vostre domande- Ep. 1

Parte oggi la nuova rubrica di R.E.B.E.L. dedicata a voi e a tutte le domande che mi avete fatto in questi giorni. Voglio dare voce a tutti voi, che siate artisti, rapper, produttori o semplicemente ascoltatori di rap. Ci tengo a precisare che io non sono nessuno e che le mie risposte non sono oro colato, sono solo frutto di quello che ho potuto osservare in questi anni e dell’opinione che mi sono fatta.

“L’hip hop serio e vero che denuncia la società che fine ha fatto?”

Bella domanda. Il rap principalmente, perché all’inizio la cultura hip-hop prevedeva la figura del dj come figura portante. All’inizio era la musica, era il dj, non c’era il rap, è arrivato qualche anno dopo e ne ha completamente sovvertito le sorti, cioè ha portato il rapper, che era un elemento di contorno per il dj, a stare davanti al dj. Ora è il rapper che dice e che fa, quindi anche tutta l’idea delle forme artistiche dell’hip-hop viene un po’ a perdersi quando una delle quattro cose, che in questo caso è il rap, esplode in una maniera incredibile. Molti dicono la cosa che mi dispiace del rap è che non ha più niente a che fare con l’hip-hop, ma non è sempre così, delle volte le due cose ancora si sposano. I rapper che hanno cambiato le sorti del mondo parlavano alle persone di cose che potevano capire. Da una parte quel tipo di rap nato negli Stati Uniti e di cui sicuramente gli N.W.A. sono stati tra i più importanti esponenti è andato man mano scemando sia oltre oceano che di conseguenza da noi. Ma ci sono ancora degli artisti che lo portano avanti, penso a Eminem e al suo essere schierato nelle rime contro l’attuale presidente USA. In Italia non abbiamo mai avuto un political rap, ci ha provato Fibra che per tanti anni ha denunciato la società e i fatti di cronaca nei suoi testi, così come ha spesso fatto Marracash, con altri toni e contenuti. Anche i Dogo se vogliamo hanno spesso portato avanti quello che era lo specchio della società in cui vivevamo. Se penso al rap di oggi, credo che sicuramente Salmo, Ensi, Bassi Maestro siano tra i pochi rimasti a dare quel tipo di contenuti. Quello che vedo oggi è un teatrino di giovani rapper che parlano solo di droga, soldi, abiti firmati e donne, argomenti che seppur in maniera diversa hanno accompagnato per anni anche le rime dei Club Dogo, ma che oggi vengono trattati più come un inno che come una condanna, lanciando di fatto messaggi totalmente sbagliati. Il rap, che poi è solo una delle discipline della cultura hip hop, è nato come denuncia, per dare voce a chi non ha, come movimento di ribellione, ora sembra che tutto questo non esista più e che la ribellione del rap stia solo nel farsi le treccine colorate e nell’indossare pellicce da donna. Il problema non è tanto la piega che ha preso il rap, quanto l’adattarsi degli artisti stessi al volere del pubblico che spesso li porta a creare canzoncine e motivetti solo per compiacere i fan e guadagnarsi un’altra fetta e non perchè è realmente quello che vogliono fare. A tal proposito personalmente sto aspettando con ansia i dischi di Marracash e Salmo perchè sono curiosa di sentire cosa diranno rispetto alla scena attuale e al rap in generale.

“Una volta i rapper dimostravano la loro mascolinità e cosa sapevano fare sul beat…come mai ora si vestono tutti da donna e parlano e basta?”

L’eccentricità nell’abbigliamento ha da sempre accompagnato il rap, penso a Rakim che con i primi soldi che ha fatto si è comprato delle collane grosse come una testa di gatto, a Flavour Flav che portava una sveglia enorme attaccata al collo e per tutti poteva sembrare un coglione, ma per noi era un eroe, ma anche agli OutKast e a Eminen che all’inizio aveva un immaginario completamente folle. Le tendenze nello stile sono da sempre andate di pari passo con quelle musicali, i rapper sono sempre stati eccentrici e provocatori tanto nell’abbigliamento quanto nelle rime. Ora pare che la tendenza si sia un po’ invertita e che si debba essere più folli nell’immaginario che nelle rime, quasi come se contasse di più il personaggio della musica. Per me, se sei bravo e sai rappare, puoi davvero vestirti come vuoi, perchè quello che ascolto è la musica, ma purtroppo spesso, oggi, il personaggio ha la meglio sulla musica stessa.

“Esistono al giorno d’oggi rapper che non fumano e non fanno uso di droga?”

Credo non siano mai esistiti, ma sicuramente esistono rapper che non basano la loro musica su questo tema, come Rancore, Mr. Rain, Ensi e pochissimi altri.

“E’ mai possibile che artisti poco conosciuti facciano più numeri di altri artisti affermati da anni?”

Purtroppo sì, pensa a Egreen, a Ensi, a Bsssi Maestro, a Mondo Marcio ma anche allo stesso Jake la Furia. Stiamo parlando di artisti presenti sulla scena da tantissimi anni, alcuni di loro come Bassi, Mondo Marcio e Jake sono tra i pionieri di questo genere musicale in Italia eppure fanno meno numeri di Sfera o della DPG, perchè? Perchè non sono personaggio  perchè il pubblico non li vede fighi come vede figo per esempio Guè Pequeno. Ma lo stesso vale per i giovani, perchè Izi è meno cagato di Sfera? Perchè è meno bravo o perchè è meno figo? E quando parlo di figo non parlo di bellezza esteriore, ma di immaginario. E’ quello che conta oggi, più della musica stessa e questo crea un danno collaterale, ma in realtà è sempre stato così. I Dogo hanno fatto la storia del rap, ma non si può dire che fossero meno bravi di un Primo o Tormento, eppure hanno venduto molto di più e sono diventati molto più famosi, perchè la loro bravura è stata anche quella, sicuramente inconsapevole all’inizio, di essersi creati un personaggio che accompagnasse le proprie rime.

“Se per qualche strano motivo la musica digitale non esistesse più, pensi che ci sarebbero ugualmente così tanti rapper come ci sono adesso?”

Rapper ce ne sono sempre stati tanti, all’inizio chi fa faceva rap lo faceva per il gusto di farlo non con lo scopo di farci i soldi e diventare famoso perchè non c’era uno storico tale nel nostro Paese dal far pensare che con questa musica si potessero davvero fare i soldi. Poi la situazione è andata piano piano sdoganandosi fino ad arrivare al boom degli ultimi anni. Sicuramente ce ne sarebbero molti lo stesso, ma ne conosceremmo la metà forse, i social, YouTube e internet danno la possibilità a tutti di provarci e farsi vedere, anni fa non era così, conoscevi quel poco che passavano a MTV o Radio Deejay o che leggevi su Aelle o vedevi alle jam, i costi stessi per produrre erano elevati, oggi è anche più semplice avere un beat e registrare, crearsi dei profili sui social dove mettere la propria musica e provare a farsi notare.

“E’ vero che rapper come Emis Killa o Salmo, tanto per dirne due, stanno vicino ai rapper nuovi per non perdere prese sui giovani e attirarne altri?”

Non ho mai visto Salmo fare una cosa del genere, lui è comunque uno dei fondatori di Machete e quando fa featuring con ragazzi della sua etichetta, io lo vedo più come un passaggio di testimone e come un big che supporta il nuovo. La stessa cosa le penso di Bassi Maestro con Vegas Jones, di Fibra con Laioung, di Achille Lauro con Quentin 40, di Marra e Guè con Sfera e di Guè con Tony Effe. Questi per me sono esempi di rapper affermati che supportano giustamente alcuni esponenti della nuova scena. La stessa cosa avveniva nel freestyle, dove c’è sempre stato un passaggio di testimone dal vecchio al nuovo e questa per me è una delle cose più hip hop che ci siano. Per quanto riguarda Emis Killa e l’ultimo pezzo con Capo Plaza, penso abbia voluto guadagnarsi il favore del pubblico giovane. Il suo disco ‘Terza Stagione’, per quanto io l’abbia apprezzato tantissimo, non ha avuto il riscontro che meritava e nel suo gesto di fare un pezzo così trap come ‘Serio’ vedo solo fame di volersi affermare ancora.

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