Dal cantautorato rap all’indie

La scena rap italiana è in continua evoluzione, specialmente negli ultimi tempi. Oltre al filone della trap, il 2017 ha infatti segnato l’ascesa di un’altra corrente di origini pop che sta diventando tendenza: l’indie, i cui maggiori interpreti sono sicuramente Coez ed il duo romano Carl Brave x Franco 126. Il primo, veterano e in attività da anni, è stato protagonista di un exploit col suo album ‘Faccio un casino‘, certificato doppio platino e un tour sold out in quasi tutte le date. Gli altri sono invece facce nuove nello scenario, e con il loro primo album insieme hanno fatto il botto. ‘Polaroid‘ è un disco molto interessante: contraddistinto da basi “pulite” fatte da semplici accordi di chitarra, ogni traccia racconta una storia, trasporta l’ascoltatore nell’immaginario Capitolino dei due artisti ed il dialetto dà un tocco quasi poetico al tutto.

Abbastanza lontano dal concetto di rap che può avere Eminem, capiamoci, ma sicuramente alternativo e ricco di contenuti (a differenza di alcuni altri). I numeri parlano chiaro: disco d’oro, 3 date sold out all’Alcatraz e primo posto nella classifica di album italiani di Rolling Stone …Mica male, considerando la velocità con la quale il loro fenomeno è esploso. Freschi di contratto con Universal e di una collaborazione con produttori di livello come Frenetik &Orang3 (il singolo Interrail, del quale è uscito anche il video ufficiale) i due giovani avranno sicuramente un posto di rilievo nel panorama nazionale.

In questo filone trova spazio anche Calcutta che con la sua musica riesce ad essere il filo conduttore che collega il cantautorato anni ’70 con la musica di oggi, ma anche il misterioso fenomeno Liberato, Lo Stato Sociale arrivato secondo a Sanremo. Se pensiamo a un imminente ritorno di Baustelle, a Vampire Weekend e a Artic Monkeys che sono stati una presenza sonora costante in parecchi lavori del 2017, il 2018 sembra essere l’anno dell’indie. Da una parte abbiamo la trap, dall’altra un filone ancora rap che però sta facendo uscire pochi dischi e sembra essere proprio l’indie il genere musicale del futuro che riesce ad accontentare i gusti di quella grande fascia di pubblico che non è nè rap, nè trap, nè pop.

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