Skrt Skrt, porca troia, ‘Scarafaggio’

In ‘Scarafaggio’ c’è tutta l’anima gangsta di Guè Pequeno, quelle rime dure e poco condite che da sempre hanno contraddistinto la sua musica. Lui, il Gentleman del 2023 che vive nel 2017, non le ha certo mai mandate a dire, al contrario è sempre risultato spocchioso ma estremamente diretto, ha sempre parlato di strada, locali, spaccio, soldi, puttane, senza mai addolcire lo scenario, nè indorare la pillola. Lo faceva nei Club Dogo e lo fa da anni da solista. In ‘Scarafaggio‘ fa di nuovo capolino quella parte gangsta e di auto celebrazione che fanno di Guè, Guè. Apre il pezzo con quel ‘senti bene‘ che ha spesso accompagnato le sue rime nei Dogo e che segna quel legame tra passato e presente.

Se entro nel locale festa come il primo maggio, vendo pezzi d’arte come un Cara-Caravaggio
Tu lo sai chi sei con un insetto io non parlo perché sei uno scarafaggio scara-scara-scarafaggio. Amo il tradimento odio, odio il traditore , le metto il cazzo così a fondo che le arrivo al cuore. Sulla base sgaso tipo Mase così metto sotto sto pezzo d’infame[..]
Hai una bella catena non sei un animale, sei ultimo frate in quella alimentare

Guè resta fedele a se stesso, al suo immaginario e al suo modo di fare rap. Anche se, vivendo ormai in Svizzera da tempo nell’agio più totale, è difficile immaginarlo ancora a fare i capoccia per le strade, ma il Gentleman milanese si è costruito una credibilità tale nel corso degli anni che ha fatto sì che lui possa dire qualunque cosa e essere sempre e comunque credibile. Penso a frasi come ‘bella raga giorno di paga, lo prende in bocca e dopo lo fa sparire tipo maga‘, nessuno sarebbe stato credibile nel dire questa frase, ma lui sì, lui può dire tutto mantenendo la sua credibilità e restando sempre e comunque una spanna sopra agli altri.

Impeccabile il flow, così come la scrittura, strizza l’occhio alle nuove tendenze musicali, ma creando qualcosa di nuovo e riesce a farlo a 30 anni suonati e restando credibile, una cosa che davvero pochi della sua generazione riescono a fare, molti al contrario risultano poco credibili e cadono nel ridicolo, ma Guè no. Si affianca a Tony Effe, della cui rima, probabilmente la migliore che ha scritto finora, resta solo skrt skrt e porca troia. Devo dire che però i due, nonostante tutto, insieme funzionano alla grande, non è facile stare dietro alle rime e al flow di Guè, ma in questo caso avendo optato per un mood che strizza all’occhio alla trap pur restando cafone, la cafonaggine di Tony Effe ci sta perfettamente. Anche se a mio avviso in quella famosa catena alimentare Tony Effe è la catena dello sciacquone. Ben si sposa in questo contorno gangsta anche Frank il Profeta White, che è tornato sulla scena da poco, amico di vecchio di data di Guè, ha tirato fuori una rima di tutto rispetto. Il suo modo di rappare e il suo flow sono lontani tanto da quelli del Guercio, quanto da quelli di Tony Effe, ma entra bene nel testo con le parole giuste che poco spazio lasciano all’immaginazione. Chi conosce Il Profeta sa il suo background e sa quanto le parole che dice in ‘Scarafaggio’ siano vere.

Allaccio ste Nike sotto un pantalone stretto, ho fatto più fatti di quante parole ho detto
Ho amici ai piani alti e amici pure giù nel ghetto, i boss e i soldati qua mi portano rispetto
Il soldo è il mio Dio per questo lo rispetto ed io il suo profeta come Allah con Maometto
Manda il tuo sicario, finisci nell’acquario
Fratelli in galera e pure nell’aldilà che vegliano sulla mia testa e sopra la città

Tutto sommato questa triade ha funzionato bene, ha rappresentato bene quel gangsta rap italiano.

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