Più vinili e meno cd?

É un periodo strano per l’industria musicale, che sembra seguire un trend opposto rispetto a quello iniziato qualche anno fa.
Mentre tutti si aspettavano la digitalizzazione completa del settore, negli ultimi tempi le vendite dei vinili hanno registrato un vero e proprio boom, andando contro ogni previsione. Il ritorno dei vinili e la ristampa di alcuni dischi in vinile sembra confermare questo trend. La notizia che SxM dei Sangue Misto verrà ristampato in vinile ha fatto in poche ore il giro del web. Questo é un segno forte della piega che sta prendendo il mercato musicale e conferma quel bisogno latente di un ritorno alle origini, di riscoprire e esaltare chi ha fatto la storia del rap nel nostro paese. Se da una parte il rap sembra virare verso il pop e dall’altra verso la trap, c’è ancora un forte gruppo di rapper e ascoltatori legati al rap trazionale e all’old school. Sempre più piede sta prendendo poi quella parte di cantautorato rap di cui ci parlava Dargen D’Amico che ha aperto le porte ad artisti che stanno spopolando come Calcutta, Frah Quintale, Carl Brave per Franco 126 e tutta quella fetta di indie che si sta conquistando quel pubblico che non é  né rap, né trap né pop. La musica e le tendenze sembrano virare in tre direzioni rap, indie, trap tre generi apparentemente diversi e rivolti a un pubblico diverso per età, estrazione sociale, provenienza e stile nell’abbigliamento.

Se da una parte sembra che il ritorno dei vinili stia piano piano cambiando le tendenze tanto che molti produttori, come Panasonic, hanno ripreso a progettare e produrre giradischi, dall’altra questa sembra essere solo una nicchia di appassionati e affezionati del vinile. Le statistiche, in Italia, non sorridono né  ai cd né ai vinili, a darne la conferma é stato l’ultimo rapporto della FIMI, stilato insieme ad Ipsos che ha rivelato che il 90% degli italiani ascoltano la musica in streaming tramite smartphone, il 46% da altri supporti sempre tramite piattaforme di streaming e il 77 % soprattutto giovani tra i 13 e i 15 anni fruisce di tracce musicali attraverso VEVO e YouTube, che risulta essere il servizio più utilizzato. Questo trend rispecchia quella che é l’età media dell’ascoltatore, gli adolescenti che ascoltano musica su piattaforme gratuite non potendo presumibilmente sostenere costi costanti nell’acquisto di cd o abbonamenti a piattaforme come Spotify Premium. Questo circolo segna anche un incremento nelle visualizzazioni su Youtube e probabilmente un calo negli streaming su Spotify.

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