1727 Wrldstar non è un rapper, è solo un uomo di m***a

2.500 ascoltatori mensili su Spotify, 1727 Wrldstar prima è diventato “famoso” (si fa per dire) per aver distrutto la macchina contro un muretto e aver detto “è andata così fratellì”, ora per aver picchiato a sangue la fidanzata facendola finire in ospedale.

La compagna Simona Vergaro un mese fa raccontava su Instagram che 1727 Wrldstar se ne era andato di casa lasciando tutto sottosopra, debiti e casini ovunque e scriveva “non tornare più perché ti faccio arrestare davvero, fai schifo“.

Lui deve essere tornato, l’ha picchiata con un bastone di ferro che le ha procurato contusioni, fratture nella zona del costato e lesioni al timpano, è ricoverata in ospedale con una prognosi di un mese. Lui, che i giornali chiamano rapper, è detenuto nel carcere di Rieti con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

1727 Wrldstar, Fratellì, o Algero Corretini, chiamalo come ti pare, non è un rapper, forse è un aspirante tale, forse un aspirante influencer, sicuramente ha il volto tatuato, ma questo non fa di lui un rapper, l’unica cosa certa è che è un delinquente, un essere ignobile che picchia la sua compagna a sangue, dal quale la scena rap, Gemitaiz in prima fila, prende giustamente le distanze.

Ora il suo nome è su tutti i siti: “1727 Wrldstar, il rapper che ha picchiato la sua compagna”; “Arrestato il rapper “Fratellì”: violenze alla compagna picchiata con un bastone di ferro”; “Roma, aggredisce la compagna con una spranga: arrestato il rapper Fratellì”.

So che fa notizia scrivere “rapper arrestato per aver aggredito la fidanzata“, ma Fratellì non è un rapper, solo uno stronzo e un uomo di merda, come tanti purtroppo, che picchia una donna. E il mondo del rap in Italia, per quanto nei testi possa sembrare misogino o sessista, è fatto da persone che possono essere tutto tranne che violenti con le donne. Questa vicenda e l’associare il termine rapper a 1727 Wrldstar non farà altro che creare altre polemiche sterili e inutili contro il rap con l’unico scopo di far fare click ai siti di informazione e riempire salotti televisivi con opinionisti improvvisati e indignati.

Come dice Gemitaiz: “volevo mandare un messaggio a tutti giornalisti italiani, non è che se uno ha un tatuaggio in faccia è un rapper. Smettela di chiamare rapper questi ritardati  che fanno le cose su Internet o che diventano famosi per qualche stronzata da deficienti. Non chiamate rapper qualcuno perché un giorno ha fatto una canzone e si è fatto un tatuaggio in faccia“.

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